Rinasce il sentiero Brigata Perlasca

Sono 31 i chilometri da percorrere attraversando i luoghi della Resistenza in Valsabbia Tra le novità una cartina bilingue, la segnaletica del Cai e la variante dell'Acqua Bianca

 

Bresciaoggi, 18 ottobre 2017

Un’ulteriore e forse definitivo passo verso una completa fruibilità. A Pertica Bassa il sentiero della Resistenza intitolato alla Brigata Giacomo Perlasca delle Fiamme Verdi si arricchisce di nuove opportunità, con tanto di variante e cartina in italiano e inglese disponibile per tutti gli escursionisti. L’iniziativa di realizzare itinerari escursionistici sulle orme della Resistenza parte da lontano. Era il 1982 quando alcuni alpinisti ed ex partigiani diedero vita a 23 percorsi per un totale di circa 500 chilometri. Tra questi, il più suggestivo e impegnativo era il sentiero Perlasca: 31 chilometri con partenza dal piazzale di fronte al municipio (che tra l’altro ospita il Museo della Resistenza) e ritorno dopo essere passati per la frazione di Avenone, le località Cagna, Frondine e Frondinine, passo Pezzeda e, prima di raggiungere i 2.005 metri della vetta della Corna Blacca, casina Sacù, un tempo base della Brigata Perlasca. Dalla Corna Blacca si scende poi alla Cascina Tita Secchi, alle località Paio, Selva e Paghera e alla frazione di Ono Degno. Inoltre, c’è la nuova variante dell’Acqua Bianca: giunti a malga di Frondinine, non si prosegue ma si scende a destra fino al piazzale alla base dei ghiaioni di Pian de Canai. Poi si prosegue verso i cascinali di Cogne e quindi si risale alla località Acqua Bianca e alla sua suggestiva cascata. Infine si scende per tornare a Forno d’Ono. Il percorso intero prevede di compiere 31 chilometri in 10 ore con un dislivello di 1.886 metri, mentre la variante dell’Acqua Bianca è di 18 chilometri camminabili in 6 ore, con un dislivello di 943 metri. I lavori sul sentiero hanno previsto la mappatura satellitare con il Gps, il posizionamento dei cartelli segnavia del Cai, la pulizia del tracciato, la realizzazione della variante, il posizionamento di zone di sosta con fuochi e panchine, la predisposizione della bacheca generale a Forno d’Ono e altro ancora, per concludere poi con la realizzazione della cartina bilingue. Il tutto per un costo complessivo di soli 10.000 euro, 9.000 dei quali arrivati da contributo regionale e 1000 usciti dalle tasche del Comune. «Ma se l’operazione è costata poco – spiega il sindaco Manuel Nicola Bacchetti, anch’egli al lavoro sul campo – è merito soprattutto dei tanti volontari che ci hanno messo braccia e cuore».

Massimo Pasinetti

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