Resistenza e folklore. Il Museo di Forno d’Ono è in fase di rilancio

 

Bresciaoggi, 17 gennaio 2018

L’incremento e la messa in rete dei percorsi ciclabili significano turismo (escursionistico) in aumento, e la Valsabbia ha molto da offrire ai visitatori. Anche percorsi nella storia locale fino a oggi non molto valorizzati. Succede nella valle di Partica Bassa, a Forno d’Ono, dove l’anno nuovo ha portato in dono la nuova guida del Museo della Resistenza e del Folklore valsabbino; ma anche un potenziamento delle finora non molto ampie possibilità di visita. «Presentiamo una nuova guida a una raccolta che nel 2017 ha regiistrato tanti visitatori e l’accesso di un grande numero di scolaresche – dice Romina Facchetti, assessore comunitario alla Cultura -. Una guida agile ma rigorosa e una importante tappa del progetto culturale della Comunità montana». La raccolta ha casa nel municipio di Forno d’Ono, e adesso si propone ai visitatori la prima e terza domenica del mese dalle 15 alle 18, il 25 Aprile e la seconda domenica di ottobre; ma sono sempre possibili aperture su prenotazione. Creata tra il ’72 e il ’74 e inaugurata nel ’77, fa parte del Sistema museale della Valsabbia, e conserva, oltre a cimeli, armi, fotografie e documenti della Brigata Perlasca della Fiamme verdi che era attiva in questo territorio, 120 opere donate dal pittore slavo Dimitrij Paramendic che l’8 Settembre 1943 fuggì dal carcere in cui era detenuto a Vestone e si salvò con l’aiuto della gente della Pertica.Un grande merito nella realizzazione del museo va riconosciuto allo storico Alfredo Bonomi, in quegli anni ’70 sindaco di Pertica Bassa. Fra i reperti della Resistenza esposti ci sono la porzione di tronco che porta i segni dei proiettili che uccisero i 10 giovani della Brigata Matteotti a Provaglio Valsabbia, e un frammento del fazzoletto usato dalla coraggiosa staffetta Maria per pulire i corpi dal sangue. Alla sezione resistenziale si affiancano poi oggetti etnografici e attrezzi della civiltà contadina.

Massimo Pasinetti

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