4) Ono Degno – Levrange

Partenza e Arrivo: Forno d’Ono

SCHEDA TECNICA
Tempo percorrenza Mountain Bike: 1:30 h
Tempo percorrenza a piedi: 3:30 h
Lunghezza: 13,24 km
Pendenza max: 15 %
Dislivello complessivo: 636 m
Difficoltà: media


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Percorso breve, che interessa principalmente le frazioni di Ono Degno e di Levrange e che offre luoghi da ammirare caratterizzati dalla convivenza tra uomo e natura.

Partendo dalla piazzetta di Forno d’Ono (511 mt. di altitudine), antistante il comune, si procede in direzione Ono Degno. Per i biker, superato il ponte, si presentano 4 km di graduale ascesa lungo la strada comunale asfaltata con una pendenza media del 6%. Per gli escursionisti a piedi si consiglia la vecchia mulattiera Forno d’Ono – Ono Degno spezzata dalla strada asfaltata.

Arrivati a Ono Degno, superato il cartello di località si procede dritti, evitando la deviazione a sinistra, verso la Contrada Beata Vergine. Alla vista della piazzetta antistante il Santuario della Madonna del Pianto si piega immediatamente a destra procedendo in direzione della frazione di Levrange. Il tratto da consumare in discesa dura poche centinaia di metri e non appena spiana, sulla destra si vede una Santella affrescata che delimita una piccola area attrezzata dove è possibile sostare, ritemprarsi e fare rifornimento d’acqua.

Riprendendo l’itinerario, dopo circa una trentina di metri dalla Santella, sullo stesso lato troviamo il punto d’accesso alla vecchia mulattiera, un tempo unico collegamento tra la frazione di Levrange a quella di Ono Degno. Immettendoci su quest’ultima è necessario smontare di sella, per chi è in mountain bike, a meno che non ci si senta dei temerari, in quanto il terreno si presenta sconnesso e in forte pendenza.

Ad eccezione del tratto d’imbocco, la mulattiera è facilmente percorribile nel suo snodarsi all’interno del bosco e si ricongiunge con la strada, che viaggia a quota rialzata, dopo 1 km.

Lasciata la mulattiera alle spalle si ritorna a scendere sulla strada comunale raggiungendo rapidamente le prime case di Levrange. Si prosegue lungo i tornanti che attraversano l’abitato fino a incontrare l’intersezione che porta al Paese vecchio di Levrange, crollato in seguito allo smottamento del 1959. Si abbandona, quindi, la via principale deviando a sinistra passando tra le poche case testimoni dell’antico borgo. Pedalando lungo un tratto pianeggiante dal fondo sterrato per 1 km si raggiunge la Chiesa di San Martino di Tours.

Da qui, tenendo la destra, si scende lungo un’altra mulattiera utilizzata anticamente per raggiungere Vestone. Questa nuova mulattiera mette alla prova il biker, nel tratto boscoso, richiedendogli tutte le abilità tecniche di cui dispone. Lungo questo tratto in discesa si incontra una deviazione pedonale per il Bus del Romet (grotta all’interno della montagna, non visitabile), ma, il percorso prosegue diritto lungo il sentiero.

Al termine di quest’ultimo ci si innesta sulla strada provinciale n. 55 in corrispondenza dell’isola ecologica. Da qui, risalendo a destra, rimangono gli ultimi 4 km su asfalto, poco impegnativi, che conducono a Forno d’Ono, punto di partenza dell’itinerario. L’itinerario passa per la località Mulino, frazione di Levrange, che presenta a sinistra una casa, accanto al Degnone, che aveva una ruota gigantesca. Qui erano in funzione due mulini: uno per la farina bianca e uno per la farina gialla. La ruota fu demolita nel 1989 e vi furono costruite le vasche per le trote e successivamente, dall’altro lato della strada, l’osteria “Al Mulino”.

La notorietà del borgo di Levrange è data da diversi espedienti. Il più recente e tragico avvenimento è stato il terribile smottamento del 1959 che ha completamente distrutto il paese, poi ricostruito in un luogo diverso, l’attuale nucleo abitato. Per questa ragione si parla di paese vecchio e paese nuovo. Sempre a Levrange ha origine la scuola d’intaglio dei “Boscaì” di Levrange, della famiglia dei Pialorsi, le cui opere sono documentate dalla fine del 1500 e che tra il 1700 e il 1750 raggiunse il suo apice diventando un punto obbligatorio per la committenza valligiana. Le loro opere sono state trasferite dalla chiesa vecchia all’attuale San Rocco. Altro elemento di particolare pregio è la Chiesa di San Martino, la più antica chiesa, che dopo il 1530 venne costruita su una precedente cappella che si dice associata alla presenza in loco dei frati benedettini.

Infine, Levrange è conosciuta per il famoso Buco del Romito, una grotta naturale che ha dato origine a diverse leggende. Una di queste, secondo una tradizione, non l’unica del resto, narra che tale formazione in tempi remotissimi abbia costituito la tana di un immane mostro a forma di spaventevole e colossale serpente, terrore e disperazione di tutti gli abitanti della zona. Più realista è la notizia che questa atipica cavità naturale è stata oggetto di studio da parte di esperti in paleontologia e geologia che vi hanno rinvenuto resti di animali quali orso bruno, volpe, tasso, cervo e stambecco, vissuti in queste zone ben prima della comparsa dell’uomo.

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