Il Canto della Stella

 

Sorprende scoprire che siamo uno dei pochi comuni a ridare vita a una tradizione così lontana, il Canto della Stella. Una ragione in più per lasciarsi coinvolgere ed emozionare.

Storia

Risale alla metà del Cinquecento, nel pieno della Controriforma, l’usanza di cantori che alla sera del 5 gennaio vanno di frazione in frazione ad annunciare col canto l’arrivo dei Re Magi alla grotta di Betlemme. Un’usanza un tempo diffusa per tutto l’arco alpino e ora rimasta viva solo in Valsabbia, dove ciascun gruppo di cantori si tramanda un proprio canto, e in poche altre località.
Il Canto della Stella, preziosa tradizione perticarola, consiste in  canti a soggetto religioso che rievocano il viaggio dei Magi. Questi canti vengono eseguiti da cantori itineranti muniti di una stella, simbolo della Stella Cometa, costituita da una struttura in legno o metallo e rivestita di carta colorata, illuminata da lampadine elettriche.

La nostra testimonianza

La signora  Madalì di Avenone ricorda questa tradizione sin da bambina (prima della Seconda Guerra Mondiale), quando, in braccio al padre, ascoltava il canto appoggiata al davanzale di casa. Il Canto è stato interrotto durante il tempo  della guerra fino agli anni ’50. E’ stato poi ripreso da un gruppo di uomini ai quali si è unita, come unica donna, la Madalì, che guidava il canto con la sua limpida voce.
Attorno alla Madalì si è  formato un gruppo spontaneo di persone che portano avanti, di anno in anno, la tradizione della Stella. Il gruppo è composto di bambini e adulti, maschi e femmine.
Un tempo accompagnava il canto un suonatore di fisarmonica, poi un altro suonatore di chitarra. Ora il canto è solo vocale. Quello in uso ad Avenone fa parte del primo tipo di canto della  Stella, quello che nelle fonti antiche aveva il titolo Nuova operetta spirituale.

Il testo

Noi siamo i Tre Re
Venuti dall’Oriente
Per adorar Gesu’(due volte)

Ei fu che ci chiamò
Guardando la Stella
Che ci condusse qui (due volte)

Dov’è quel Bambinello
Grazioso e bello
In braccio a Maria
Che è Madre di Lui (due volte)

E abbiamo portato
Incenso dorato
Mirra ed oro
In dono al re divin (due volte)

E noi ce ne andiam
Ai nostri paesi 
Da cui venuti siam (due volte)

Tutti i cantori portano mantelli di panno scuro e capelli, anche i bambini, per i quali la Madalì in persona cuciva, con lo stesso tessuto, piccoli pastrani e gonne per le donne. Per qualche anno, al gruppo si sono uniti tre giovani vestiti da Re Magi.
La popolazione poi, offriva frutta e vino e, oggi,anche denaro consegnato alla parrocchia o destinato alla beneficenza.

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