Il borgo di Livemmo

 

Livemmo, un paese di riconosciuta nobiltà nelle Pertiche, presenta al visitatore, insieme al paesaggio oltremodo affascinante, un nucleo abitativo antico, con aspetti architettonici delle dimore ampie e signorili, legate ad un gusto austero e nello stesso tempo raffinato: portali in pietra martellinata, fregi e sottotetti finemente lavorati, loggiati luminosi e affreschi decorativi. Già, sin dall’ingresso, una severa croce in pietra locale del 1742, opera di Cristoforo Manera, offre l’immagine di un borgo non alieno ai sacri e forti significati. La evidente ricchezza dell’aristocrazia livemmese era legata al possesso dei “forni fusori”, ai commerci locali della “ferrarezza” e ai “fondaci” di proprietà presenti a Venezia.

Quando, alla fine del Quattrocento, a Livemmo sorge una cappella dedicata a s. Marco Evangelista, questi legami commerciali, politici, culturali e religiosi (e quindi anche gli elementi di contorno in una di sorta di gemellaggio con la capitale, Venezia) appaiono maggiormente chiari e preminenti.

Livemmo conserva ben tre edifici religiosi, legati alla sua storia: la chiesa di S. Andrea o dei Morti di Barbaine, la chiesa di S. Rocco e la parrocchiale dedicata a S. Marco.

Notevole, nel tempo, è sempre stata l’agricoltura, con l’allevamento bovino e con prodotti caseari tipici e legati all’alpeggio.

 

Caratteristico e conosciuto in tutta la provincia è il carnevale di Livemmo, dove le sue antiche maschere sono vivaci allegorie di un mondo contadino ormai trascorso.

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